Tipica missione antisom

Tipica missione antisom

Per una tipica missione anti sommergibile, l’equipaggio si riunisce presso il BOC (centro operativo di base)

2h30m prima dello stimato di decollo, viene letta la messaggistica d’interesse e presentato il piano di volo.

2h00m prima ETD, briefing di carattere operativo da parte del TACCO (coordinatore tattico), sulle tattiche da adottare per la ricerca, acquisizione, attacco e/o mantenimento del sub, a seguire briefing del Comandante del velivolo su tutti gli aspetti specifici della missione rimarcando in particolar modo quelli inerenti la SV.

1h prima ETD, operazioni d’imbarco.

45m prima ETD inizio check-list pre-decollo.

Logo del 41° stormo atisom

Le caratteristiche dell’area assegnata, le condizioni meteo sulla zona e l’ipotetico comportamento del bersaglio desunto dalle informazioni “intelligence” e dalle specifiche peculiarità tecniche (i convenzionali necessitano di emergere per ricaricare le batterie tramite i diesel ma una volta immersi diventano silenziosissimi grazie ai motori elettrici, i nucleari transitando subacquei sono praticamente invisibili ma nettamente più rumorosi sott’acqua), ci permette di sviluppare tecniche di caccia A/S che si possono semplificare in bassa quota 1000/2000 ft, 180kts, parsimonioso e asistematico utilizzo del radar (aumenta il fattore sorpresa e di conseguenza la probabilità di scoperta), utilizzo boe d’ascolto passive nel caso di battelli convenzionali.

Per i nucleari si predilige l’utilizzo delle passive, ascoltate da 5000 ft per ampliarne la portata d’ascolto, unite alla ricerca radar circolare continua presupponendo una esposizione radarabile pressoché nul

la, dovuta al transito subacqueo.

La preparazione all’attacco è comune ad entrambi i target, posizionamento bersaglio sul tavolo di attacco, radar in st/by, discesa a 300ft, speed 250kts, sotto le 6miglia radar on per affinare il contatto e se ancora emerso apertura vano bombe e lettura check-list attacco.

Anche la fase di mantenimento è comune con l’utilizzo di boe attive(impulso sonar che si traduce in direzione e distanza) lanciate in cerchi concentrici (2k, 4k, 6k yards) intorno al battello in immersione e a dirimere eventuali dubbi di posizione si passa a 100ft, 180kts, ali livellate sullo specchio d’acqua di interesse con un occhio sul MAD (rilevatore di anomalie magnetiche originate dai metalli ferrosi), il dito pronto a marcare la posizione d’attacco con un segnalatore fumoluce ed il tev (tecnico di volo) in attesa dell’ordine da parte del Comandante per sganciare una “bombetta” di segnalazione acustica dal lanciatore posto dietro ad avvisare il “nemico” che stavolta si è giocato ma dal vero non avrebbero avuto scampo.

La bravura dell’equipaggio o per meglio specificare del team funzionale composto da vedette, operatori alle boe, operatori al tavolo d’attacco, operatore radar, addetti allo sgancio, coordinati dal TACCO e diretti dal Comandante sta nella sincronia delle azioni da svolgere e nella capacità di saperle adattare al mutare degli eventi con l’unico obiettivo comune a tutti i “cacciatori” di portare a casa la selvaggina, ed per questo che alla domanda se abbiamo avuto fortuna da parte del “cacciatore” che ci sostituisce sulla scena d’azione (what a luck?) si risponde con orgoglio wolf! (parola procedurale per indicare il sommergibile).

Riflessioni sulle capacità/criticità delle singole strumentazioni di bordo:
la qualità dei sensori di bordo, la bontà progettuale e la straordinaria affidabilità del velivolo ci ha sempre permesso di ben figurare durante le esercitazioni NATO con vettori paritetici, ragion per cui anche se nello specifico le prestazioni di un singolo sensore sembravano deficitarie, nell’insieme i risultati ottenuti erano paritari e spesso superiori.

Tuttavia nonostante i programmi di ammodernamento dei sensori di ricerca (radar, ESM, boe sonore) e sempre stato più arduo correre al passo con i tempi dello sviluppo tecnologico che ha partorito sommergibili sempre meno radarabili con grandi autonomie subacquee e vieppiù silenziosi che unito alla fine della guerra fredda ha deviato l’impiego dell’Atlantic da prettamente antisom verso il pattugliamento, ricerca e soccorso, protezione dei mari, controllo flussi migratori, facendo ancora valere a tutt’oggi sia l’addestramento degli equipaggi che la bontà delle apparecchiature di ricerca.

Testo : Primo Luogotenente Giuseppe FIORE, Presidente dei Sottufficiali del 41° Stormo Antisom di Sigonella